Nel periodo più delicato della crescita, durante il quale gli adulti rappresentano un modello per i comportamenti sociali e in cui il legame che si crea con i genitori rappresenta il prototipo per le relazioni future, i bambini delle donne che si rivolgono al nostro Centro, hanno fatto esperienza di situazioni conflittuali e aggressive.
La violenza assistita (maltrattamento che il bambino subisce assistendo ad atti di abuso fisico, verbale, psicologico, sessuale o economico nei confronti della madre o di figure significative) può provocare disturbi anche gravi, sia a livello di apprendimento che di comportamento e nello sviluppo delle capacità cognitive e relazionali.
Secondo i risultati di uno studio condotto nel 2011 all’interno del progetto Daphne si stima che questo fenomeno colpisca, solo in Italia, oltre 400 mila minori. Crescendo, i minori che hanno subito questo tipo di violenza sono mediamente più esposti degli altri a sintomatologie post-traumatiche e problemi relazionali e soprattutto, una volta diventati adulti, rischiano di perpetuare la violenza, agendola o subendola.
Per i motivi sopra esposti, risulta di fondamentale importanza offrire ai bambini esperienze diverse in cui possano vivere legami basati su comprensione, riconoscimento e corretta espressione delle emozioni, collaborazione e cooperazione, gioco e divertimento in un’ottica preventiva.
Dal mese di maggio 2015, grazie al contributo determinante di Matilda Ricami e di Swarovski, Alex & Co, Scotti e Pellemoda, un gruppo di volontarie ed educatrici si occupa, per una volta alla settimana, di coinvolgere i bambini in attività ludiche ed educative, mentre una psicologa ed una educatrice svolgono un progetto per promuovere le relazioni positive tra pari e con gli adulti.
Si tratta di interventi ed attività mirate al recupero del benessere psicologico del bambino, con particolare riferimento alle conseguenze traumatiche della situazione familiare vissuta, e alla promozione di modalità relazionali positive in un ambiente protettivo.
Tata Matilda costituisce un supporto tanto per i figli quanto per le madri.
E’ infatti facilmente constatabile quanto possa essere faticoso per una donna sola la realizzazione della propria indipendenza se non supportata nella gestione dei figli. Spesso accade infatti che la donna possa avere delle difficoltà nel trovare lavoro o nel mantenerlo perché non può contare su una rete di aiuti rispetto ai minori. In più si aggiunge il problema della fruizione dei canali formali, in quanto le donne che sono costrette a lasciare la propria abitazione non hanno la residenza nel Comune in cui vengono inserite e pertanto per loro si rende più difficile l’iscrizione agli asili, ai nidi e a tutti gli altri servizi.
Questo progetto costituisce una risposta preziosa per tutto il nucleo familiare e permette di poter gettare basi importanti per una prevenire la possibilità che le violenze subite in età infantile vengano perpetrate in età adulta, grazie ad un’azione rieducativa in cui vengono promosse modalità relazionali basate sul rispetto e la cura di sé e dell’altro.