Empoli, 8 marzo 2015 – Oggi è una giornata speciale per le donne della cooperativa Sos Luna, nata nel 2010 grazie al sostegno dell’Anpas empolesee della Regione. Per loro, la festa della donna significa innanzitutto avere la capacità di volersi bene, ogni giorno dell’anno. Eppure non sempre è stato così: alle spalle hanno un passato di violenza fisica e psicologica, subita e percepita per anni come una colpa.
Per riuscire a superare tutto, è stato necessario l’aiuto del Centro Lilith, all’interno di un percorso di sostegno psicologico e di protezione. «L’idea della cooperativa è nata dall’esigenza di ripartire da capo in modo autonomo, una volta uscite dal Centro – dice una delle donne di Sos Luna, che hanno chiesto di rimanere anonime per tutelare la loro incolumità e quella dei figli – Per rifarsi una vita ci vuole un lavoro. È questa l’importanza della cooperativa per chi come noi non aveva punti di riferimento o la famiglia lontano dall’Italia». Dopo un lungo viaggio che ha attraversato la paura e il dolore, oggi le donne di Sos Luna sorridono alla vita e festeggiano questa giornata con un messaggio rivolto a chi non ha ancora trovato il coraggio di chiedere aiuto. «Non giustificatelo, non vergognatevi, non sentitevi la causa delle botte. Chi ama non picchia, nemmeno una volta» dice una giovane mamma. «Un uomo violento gioca sulla fragilità della donna – racconta un’altra – Lui mi ripeteva in continuazione: “E dove vai se scappi?” Giocava sulla paura che sarei rimasta sola, senza niente. Ed è stato così: per andare via da dove vivevo ho perso il lavoro. Il primo mese è stato durissimo, non lo so dove ho trovato il coraggio, non lo so davvero, ma poi sono diventata più forte».
Un’altra giovane donna della cooperativa racconta che, nonostante la paura, la richiesta di aiuto è un punto di non ritorno. «Prima di andare dai carabinieri ho pensato: o mi butto dal ponte o chiedo aiuto. Ho chiesto aiuto e da lì non ho accettato più di fare passi indietro: tutto sta nel trovare la forza di fare quel passo che cambia tutto. Io l’ho fatto per il mio bambino e ho capito che la vita può essere più bella di come era». Ma può esseci amore in mezzo alla violenza? “No. Ho sperato per tanto tempo che mio marito cambiasse, ma la situazione peggiorava e basta. Quando un legno è storto, non puoi raddrizzarlo. Ma questo l’ho capito dopo. Con il tempo anche l’amore è svanito. Come puoi amare chi fa soffrire i tuoi figli?”