Nell’atrio di Palazzo comunale, fra sportelli e gente in fila una mostra che parla dritto al cuore delle donne
CARRARA. C’è la donna divisa a metà: metà volto bello e truccato, l’altro segnato dai lividi. Ci sono le scarpette rosse, ormai simbolo del femminicidio. E gli occhi di donna tristi, che sbucanmo da dietro le sbarre, la gabbia della violenza.
Sono 19 opere su tela e una scultura in vetroresina della mostra “Rosso” allestita nell’atrio del Comune ( inaugurata con un balletto della scuola di Paola Vinciguerra andrà avanti fino al 30 settembre) fra la gente in coda e gli sportelli aperti. L’evento è il risultato finale di un percorso, durato mesi, che gli organizzatori, Artisti del Borgo e Comitato Diana, hanno intrattenuto con il più prestigioso istituto scolastico cittadino, l’Accademia di Belle Arti. Le opere, sono state tutte realizzate dagli studenti del corso di pittura del professor Gianni Chiapello, che, con grande sensibilità e disponibilità, ha accolto con entusiasmo il tema della violenza di genere all’interno dei suoi laboratori didattici. Alla base del progetto c’è l’idea di pensare l’arte come strumento ideale per raccontare anche drammi sociali come violenza sulle donne, arte “viva”, terapia e autoterapia, ma anche la volontà precisa di mettere in campo il “patrimonio culturale” più importante della città, rappresentato appunto dall’Accademia. «Se le opere, realizzate a partire da vissuti diversi e con stili eterogenei – si legge nella notache accompagno la mostra – “urlano” quanto sia importante non abbassare la guardia sulla piaga della violenza, l’Amministrazione, dal canto suo, le accoglie a Palazzo Civico, il cuore della città. La mostra è sostenuta economicamente da alcune importanti aziende del territorio: Hotel Nedy Versilia, Nettuno Club di Marina di Carrara, Architecno di Francesca Menconi e gode del patrocinio del Comune di Carrara, dell’l’Accademia di Belle Arti di Carrara e del sostegno del Centro Italiano Femminile (Cif) Carrara.